La morte nella danza, quali rappresentazioni, quali opere interamente dedicate, quali coreografi e danzatori l’hanno affrontata?
La prima performance che mi sento a fior di pelle di condividere è questa opera del grande coreografo Roland Petit, interpretata da Rudolf Nureyev e Zizi Jeanmaire, sulle note della Passacaglia e fugata in do minore BWV 582 di J. S. Bach e libretto di Jean Cocteau.
In questa opera creata nel 1946, interpretata inizialmente da Nathalie Phillippart e Jean Babilée al Théâtre des Champs-Élysées, e portata sullo schermo come un vero e proprio film nel 1966, viene rappresentato un suicidio d’amore: il giovane angosciato per l’assenza dell’amata, il suo arrivo e il litigio, il sorriso beffardo di lei che si prende gioco della disperazione dell’innamorato e l’invito a togliersi la vita che lui seguirà senza possibilità di scelta.
Eros e Thanatos: lei bellissima, sensuale e crudele, lui disperato, ammaliato, che combatte per averla sino all’ultimo gesto fatale.